28 gennaio 2011

Anunnaki, inventori dell'Oroscopo

di Vjnjuk

Lo scrittore Zecharia Sitchin, nelle sue opere ci ha rivelato come furono gli Anunnaki ad inventare l'Oroscopo. Per Sitchin, fu il dio Enki, il primo che raggruppò in "costellazioni" le stelle visibili dalla Terra, dividendo in dodici parti il cielo in cui la Terra orbitava intorno al Sole (circolo zodiacale). Ciascuna delle dodiciesime parti del circolo occupava 30° dell'arco celeste, il passaggio da una casa zodiacale all'altra durava 2.160 anni, e un ciclo completo dello zodiaco durava 25.920 anni. Queste nozioni risalgono ad un periodo antecedente la civiltà umana, perchè il calendario zodiacale venne applicato durante il primo soggiorno di Enki sulla Terra, quando le prime due case zodiacali vennero chiamate in suo onore. Smentendo la tesi che vuole Ipparco di Nicea, astronomo greco, vissuto nel III secolo a.C. come lo scopritore, anche perchè millenni prima di lui, i Sumeri già conoscevano le dodici case zodiacali, con i loro nomi e con le loro raffigurazioni che ancora noi oggi usiamo.
Le dodici case zodiacali dei Sumeri:

01. GU.AN.NA ("Toro Celeste"), Toro
02. MASH.TAB.BA ("Gemelli"), Gemelli
03. DUB ("Tenaglie", "Molle"), Cancro
04. UR.GULA ("Leone"), Leon
05. AB.SIN ("La Fanciulla), Vergine
06. ZI.BA.AN.NA ("Fato Celeste", "La Scala"), Bilancia
07. GIR.TAB ("Ciò che afferra e taglia"), Scorpione
08. PA.BIL ("Il Difensore", "L'Arciere"), Sagittario
09. SUHUR.MASH ("Pesce-Capra"), Capricorno
10. GU ("Signore delle Acque"), Acquario
11. SIM.MAH ("Pesci"), Pesci
12. KU.MAL ("Abitarore del Campo"), Ariete

6 gennaio 2011

Befana, un'antica tradizione

Fonte: Fronte Verde

Le radici della Befana, risalgono alle tradizioni dei popoli celtici, insediati in tutta la pianura padana e su parte delle Alpi. I Celti celebravano dei riti (officiati da maghi-sacerdoti chiamati Druidi) durante i quali grandi fantocci di vimini venivano dati alle fiamme per onorare divinità misteriose. Divinità non troppo benigne, se è vero - come riferiscono alcune fonti - che in epoche antiche all'interno dei fantocci si legavano vittime sacrificali, animali e, talvolta, prigionieri di guerra. La Befana è una figura femminile legata a Madre Natura e a tradizioni agrarie pagane relative all'inizio dell'anno. L'aspetto da vecchia rappresenta l'anno trascorso, pronto per essere bruciato e per poi "rinascere" come anno nuovo. Un'ipotesi suggestiva è quella che collega la Befana con una festa romana, che si svolgeva all'inizio dell'anno in onore di Giano e di Strenia (da cui deriva il termine "strenna") e durante la quale si scambiavano regali. Di fatto, il rito pagano delle dodici notti dopo il Natale (ovvero dopo il solstizio invernale) era legato a fantastiche figure femminili che volavano sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. Finchè la dodicesima notte dopo il Natale (6 gennaio) si celebrava la morte e la rinascita della Natura. Gli antichi Romani pensavano che a guidare le dodici donne fosse Diana, dea lunare della vegetazione; altri, invece, una divinità misteriosa chiamata Satia (dal latino satiaetas, sazietà) o Abundia (da abundantia). Più tardi, la Chiesa condannò con estremo rigore tali credenze, definendole frutto di influenze sataniche. Tali sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni diverse che sfociarono, nel Medioevo, nella nostra attuale Befana. Vecchia e brutta perché rappresenta la Natura ormai spoglia che poi rinascerà: è l'immagine dell'anno ormai consunto che porta il nuovo e poi svanisce. Il suo aspetto laido, rappresentazione di tutte le passate pene, assume una funzione apotropaica per diventare figura sacrificale, quindi da bruciare. Prima di perire però, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi per l'anno successivo. Il termine Epifania deriva dal greco "Epifaneia" (manifestazione, illuminazione), che si riferisce al primo manifestarsi di Gesù Cristo ai Re Magi, dodici giorni dopo la sua nascita. Nel rito bizantino dei cristiani orientali l'epifania è rimasta più vicina al suo significato originario, quello del battesimo di Gesù nel Giordano. Mentre per i cristiani occidentali, la ricorrenza ricorda ormai soltanto la venuta dei Re Magi, ossia la presentazione di Gesù ai pagani.